La patata (Solanum tuberosum), pianta appartenente alla famiglia delle Solanacee, originaria delle Ande fu domesticata nella regione del lago Titicaca. Divenne uno degli alimenti principali degli Inca, che ne svilupparono un gran numero di varietà per adattarla ai diversi ambienti delle regioni da loro abitate.
L’introduzione in Europa risale all’esploratore spagnolo Gonzalo Jimenes de Quesada nel 1537 e successivamente contribuirono all’opera gli Inglesi. Inizialmente la pianta fu considerata come una curiosità botanica e guardata con sospetto. Fu il re prussiano Federico II a riconoscere, per primo, il grande potenziale nutritivo del tubero. Intorno al 1744 realizzò un’immensa campagna di distribuzione gratuita in tutta la Prussia al fine di sconfiggere le carestie. Si narra che per indurre i contadini a coltivare la patata, e soprattutto a utilizzarla nell’alimentazione, usò lo stratagemma di far sorvegliare i campi dai suoi soldati, spargendo la voce che si trattava di una coltivazione speciale e preziosa per la sua corte, ma lasciando di notte le coltivazioni completamente sguarnite in modo da favorirne il furto da parte dei contadini, che così erano indotti a coltivare e a utilizzare come cibo le patate.
In Francia spetta a Luigi XVI (1754- 1789) l’aver dato notorietà a questa pianta, facendo dei mazzetti di fiorellini un originale ornamento della sua bottoniera ed anche le dame di corte iniziarono a mettere tra i capelli i fiori della pianta.
Tuttavia il vero merito, per aver diffuso e riscattato il tubero, spetta al nutrizionista e agronomo Augustin Parmentier (1737-1813), che oggi definiremmo un “Influencer”. Egli dimostrò quanto la patata fosse una pianta preziosa per l’alimentazione umana. Lavorò instancabilmente per cambiare la convinzione che fosse adatta al solo consumo animale, addirittura pericolosa ed associata a malattie, come ad esempio la lebbra.
Parmentier avendo svolto il servizio militare come farmacista durante la Guerra dei Sette Anni e fatto prigioniero in Prussia, aveva sperimentato personalmente le qualità delle patate. Tornato in patria ottenne dal re il permesso di allestire una coltivazione sperimentale nei dintorni di Parigi per convincere l’Accademia di medicina di Parigi, strenua sostenitrice della legge che ne vietava la coltivazione in tutta la Francia in quanto ritenuta un alimento malsano che provocava numerose infezioni.
La forza di volontà ed il sapiente entusiasmo di Parmentier convinse re Luigi XVI che per risolvere la gravissima carestia che colpi la Francia nel 1785 era necessario obbligare tutti gli aristocratici a far coltivare dai loro coloni le patate. Grazie agli sforzi di Parmentier, la patata divenne un alimento fondamentale in Francia, contribuendo a combattere le carestie e nel 1789 pubblicò un memorabile trattato: Traité sur la culture et les usages des pommes de terre, de la patate et des topinambours“.
Oggi il suo nome è associato a diversi piatti a base di patate, come ad esempio “hachis parmentier”, una sorta di sformato di carne e patate, e la preparazione denominata “Patate alla Parmentier”, nonché il taglio a dadini è definito taglio alla Parmentier
Ad introdurre il tubero in Italia furono gli Spagnoli nel 1564 e coltivato negli orti botanici di Padova e Verona come rarità botanica. Alla sua diffusione contribuirono, tra la fine del Cinquecento ed i primi anni del Seicento, i Carmelitani Scalzi. Tuttavia la coltivazione in misura significativa iniziò, solo, a cavallo tra il Settecento e l’Ottocento, qualcuno sostiene per merito dell’economista Adriano Zanon, che nel 1783 in Friuli ne raccomandava la coltivazione per prevenire le carestie, e per l’opera dell’avvocato e agronomo cuneese Giovanni Vincenzo Virginio, il quale si adoperò per la diffusione della patata in Piemonte.
L’opera di Parmentier ebbe i suoi effetti anche in Italia, a Firenze fu subito letta da Marco Lastri, influente membro dell’Accademia dei Georgofili, il quale stava realizzando un corso pratico di agricoltura, sulla base delle direttive di valorizzazione del Granduca Pietro Leopoldo. Il lavoro di Lastri vide la luce nel 1790 con un lungo capitolo dedicato alle patate ed alla loro importanza sotto il profilo alimentare. Il trionfo di Parmentier e dei suoi studi era ormai evidente.
PATATE ALLA PARMENTIER
Ingredienti per 4 persone: 12 patate (medie), 2 spicchi di aglio, 3 rametti timo, 3 cucchiai di olio extravergine d’oliva, 20 g burro e q.b. di sale
Preparazione: sbucciate le patate, lavatele e asciugatele accuratamente Tagliate a piccoli dadini. Scaldate una miscela di olio e burro in una padella larga. Rosolate le patate con gli spicchi d’aglio e cuocete a fiamma alta per 5 minuti. Mescolate ed aggiungete timo e sale. Coprite con il coperchio e cuocete a fiamma bassa per altri 10 minuti. Infine, togliete il coperchio, cuocete per altri 8 minuti a fiamma alta fino a doratura.