Nell’Europa medievale l’immaginario cristiano conviveva tranquillamente con le credenze ereditate dal paganesimo. Molti pensavano che, parallelamente alla realtà visibile, esistesse un mondo popolato da creature magiche e talora spaventose. Alcune di esse erano un lascito del mondo greco-romano, altre invece provenivano dalle diverse popolazioni che si erano convertite al cristianesimo.
Il risultato fu una copiosa raccolta di leggende e di testi specializzati che ne riportavano immagini e descrizioni. Detti testi sono noti con il termine di bestiario, cioè una raccolta medievale di testi illustrati, che descrive animali, reali o fantastici. I bestiari registrano la massima diffusione tra il XIII e il XIV secolo, soprattutto in Francia e in Inghilterra.
Un bestiario raccoglie brevi descrizioni di animali accompagnate da spiegazioni di natura morale e allegorica e spesso anche riferimenti alla Bibbia. Tuttavia la caratteristica più importante è che insieme ad animali realmente esistenti, siano presenti anche descrizioni dettagliate di creature immaginarie come unicorni, draghi, grifoni, sirene o altri esseri mitologici.
Queste creature vengono associate con estrema disinvoltura alle descrizioni di animali comuni come lupi, volpi o aquile, o animali esotici come elefanti e coccodrilli. Tra i bestiari più famosi figurano il manoscritto miniato inglese del XII secolo denominato Bestiario di Aberdeen, il Bestiario di Ashmole, il Novus Phisiologus e il Liber Monstrorum de Diversis Generibus. Spesso questi testi costituivano fonti per rappresentazioni didattico-moraleggianti come ad esempio l’ammonimento di rinunciare al vizio, in quanto bestiale e mostruoso, e perseguire la virtù.
Le descrizioni di un bestiario sono spesso accompagnate da illustrazioni che mostrano l’aspetto della bestia. Tuttavia l’aspetto della reale anatomia della creatura passa in secondo piano rispetto all’esagerazione e all’approssimazione dei suoi tratti distintivi e ai significati simbolici.
L’animale più citato è il serpente, in quanto presente nel folclore come animale malvagio per il suo veleno. Ingannatore e tentatore, come riportato nella Bibbia, caratterizzato da un modo subdolo e furtivo di muoversi. Accanto alle diverse declinazioni del serpente sono presenti creature mitologiche quali il basilisco, descritto come un serpente, o un rettile, con cresta di gallo, dotato di uno sguardo capace di uccidere o pietrificare. Figurano poi le sirene creature leggiadre seduttrici e ingannatrici. Il drago da sempre associato in Europa a significati malevoli e talvolta satanici, viene descritto in modo ambiguo. A volte come mostro alato con artigli, ali e coda di serpente, altre volte come pitone con connotazioni fantastiche. In epoca medievale era simbolo delle forze del male, del peccato e dell’eresia. Per assumere poi nel simbolismo ebraico e cristiano un potere malefico e demoniaco.

Il Grifone è una delle figure mitologiche presenti da millenni nell’iconografia artistica dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo e delle civiltà del Medio Oriente. Il Grifone nei bestiari riassume in sè la bellezza, la forza, la fierezza, l’eleganza. Evoca il potere sui cieli e sulla terra, come mostrano i due animali che lo raffigurano: il leone e l’aquila.

Meno noti, ma non per questo meno interessanti, moltissimi degli animali riportati nel Bestiario di Aberdeen, tra cui la leucrota. Un animale simile ad un asino, con petto e zampe di leone, con lo zoccolo diviso in due, testa di cavallo e una larghissima bocca.

Oppure la scitale, uno dei serpenti tra i più leggendari che cattura le prede incantandole con la sua bellissima pelle colorata.

Possiamo concludere che lo studio delle illustrazioni dei bestiari evidenzia come l’aspetto culturale abbia la prevalenza su quello naturalistico nella trasmissione del sapere medievale. Quello che a prima vista potrebbe apparire come mancanza di realismo si rivela invece una potente forma di comunicazione e sintesi dei valori e dei saperi di un’epoca.
Alcuni di questi elementi iconografici hanno assunto un legame così forte nel tempo con la specie di appartenenza da essere ancora oggi utilizzati nelle illustrazioni dei libri per bambini. Allo stesso modo, alcuni attributi morali degli animali sono ancora oggi presenti in racconti e proverbi, testimoniando, così,la sopravvivenza di segni e simboli del passato che sono diventati codici culturali radicati nella società occidentale.
PER APPROFONDIRE:
Morini L. (a cura di), Bestiari medievali, Torino, Einaudi, 1997.
Michel Pastoureau, Bestiari del Medioevo, Einaudi, 2012
2 pensieri su “BESTIARI”
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