Cultura Enogastronomica

DOLCI TRA CELEBRAZIONI E ARTE

Dolci tra celebrazioni e arte, non potevo non ricordare che oggi si celebra la giornata nazionale di un dolce icona del web: il Donut Day. Accanto a questa ricorrenza mi viene in mente una breve riflessione su un pittore americano che ha fatto dei dolci un fonte di grande ispirazione.

Oggi 6 giugno si celebra il National Donut Day, la giornata dedicata al dolce più pop e goloso. Tra tradizione storica, tendenze social e nuovi rituali contemporanei. Il nome deriva da dough-nut, dove dough significa “impasto”, mentre nut rimanda, in questo caso, a “piccolo dolce o biscotto”. Originario dei Paesi Bassi venne esportato agli inizi del Settecento, dai coloni olandesi, negli Stati Uniti d’America. Dove gradualmente assunse la forma attuale a “ciambella” e divenne popolare. La popolarità si è diffusa anche in Europa soprattutto grazie al mondo iperconnesso e visual di oggi. I donuts sono così passati da dessert tradizionale a fenomeno social.

 

L’origine della giornata nazionale del Donut risale al 1938, quando la Salvation Army la istituì per onorare le Donut Lassies. Volontarie che durante la Prima Guerra Mondiale distribuivano ciambelle calde ai soldati americani al fronte. Quelle ciambelle rappresentavano un gesto di conforto, un sapore di casa in mezzo al conflitto. Oggi i donuts sono diventati simboli universali di piacere e condivisione, capaci di evolversi e conquistare anche le nuove generazioni ed il mercato europeo. Secondo la tradizione, in questa data è d’obbligo mangiarne almeno uno. Le principali tipologie di donut sono a ciambella (ring donut) e farcito (filled donut) a cui si aggiungono confetture, panna, crema o altri ripieni dolci. Quello che colpisce ed accende la fantasia di tali dolci sono i fantasmagorici colori e le decorazioni fatte di zuccherini, glasse brillanti e golose.

Da quelli tradizionali a quelli onnipresenti nel mondo social i dolci in generale costituiscono un’icona anche per il mondo dell’arte. Dolci tra celebrazioni ed arte non possono prescindere dalle opere di Thiebaud.

Il pittore americano Wayne Thiebaud (1920 – 2001) ha fatto della dolcezza un manifesto. Anche se a ben vedere Thiebaud non è mai stato soltanto l’artista delle torte e delle caramelle (https://www.artbooms.com/blog/wayne-thiebaud-fondazione-beyeler)

La sua America zuccherata è anche una trappola: sembra invitante, familiare e poi nasconde una grande malinconica. I suoi dolci, isolati su fondi monocromi o ripetuti in file perfette, sono icone di un’abbondanza che, a guardarla bene, non sazia mai davvero.

Aspetto fondamentale del suo lavoro è il concetto di ripetizione. Le file ordinate di torte, ciambelle e lecca-lecca non sono solo un’eco della produzione di massa, ma anche un modo per esplorare la serialità nell’arte. Un tema caro a molti artisti del Novecento, come Wharol.

Tuttavia, laddove gli artisti pop utilizzavano la ripetizione per criticare il consumismo. Thiebaud la impiegava per creare un senso di ordine. Come se ogni oggetto avesse un suo posto preciso nel mondo.

Non è stato solo il pittore delle cose dolci, bensì il custode silenzioso di un’America sospesa tra desiderio e nostalgia. Le sue opere denotano un’intensità struggente, sempre a un passo dal dissolversi, dolci come un ricordo, fragili come un riflesso sulla glassa.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *