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MARIA MADDALENA E IL NARDO

Maria Maddalena è venerata come santa dalla Chiesa Cattolica, che celebra la sua festa proprio oggi 22 luglio. La sua figura viene descritta sia nel Nuovo Testamento, sia nei Vangeli Aprocrifi. Le narrazioni evangeliche ne delineano una tra le più importanti e devote discepole di Gesù. Una tradizione riportata nella Legenda aurea racconta che la Maddalena, con i fratelli e altri discepoli, sia partita dalla Palestina per approdare in Francia a Saintes-Maries-de-la-Mer dopo un viaggio periglioso. Una variante della leggenda, attestata anche dall’affresco di Giotto nella basilica di Assisi, vuole, invece, che l’approdo sia avvenuto a Marsiglia.

Comunque sia il culto della Maddalena si diffuse in tutta l’Europa e i suoi devoti costruirono numerose chiese in onore della santa. La più nota è quella gotica di Saint-Maximin-la-Sainte-Baume, del 1295, dove è conservato quello che si dice sia il suo teschio. Nei pressi di Marsiglia a Plan-d’Aups-Sainte-Baume c’è una grotta dove la tradizione vuole che sia morta la santa. Tale luogo è stato oggetto di  frequenti pellegrinaggi da tutta Europa soprattutto tra i regnanti del XVI secolo. Il letterato Mario Equicola nel suo Iter in Narbonensem Galliam riporta notizia del pellegrinaggio effettuato da Isabella d’Este, marchesa di Mantova, una delle donne più autorevoli del Rinascimento e del mondo culturale italiano del suo tempo, mecenate nonché appassionata di unguenti e profumi.  

Non è un caso che la  simbologia della santa riporti sempre un vaso per unguenti e ad essa sia legato il passo dei Vangeli che cita l’acquisto, da parte di Maria Maddalena, dell’olio di Nardo[1] per i piedi di Gesù. Detto olio costato ben trecento denari, cioè quanto lo stipendio di un intero anno di un salariato, era quanto di più prezioso si potesse trovare. Il nardo costituiva un profumo sacro considerato il simbolo dell’amore divino e dotato di considerevoli poteri mistici. In forma di unguento serviva all’unzione dei re e dei defunti.

 

Maria Maddalena come mi ha ricordato la creatrice di profumi Laura Bosetti Tonatto[2], nonché collezionista di immagini della santa, costituisce la protettrice dei profumieri. Tuttavia da ulteriori approfondimenti oltre ai profumieri sono riconducibili alla protezione della santa anche i guantai, le prostitute pentite, i penitenti, gli scolari, i cartai ed i parrucchieri.


In sintonia con la ricorrenza del calendario liturgico di oggi 22 luglio vi riporto la ricetta di un particolare unguento profumato a base di Nardo messo a punto dall’antropologa e studiosa di medicina integrata, o come lei stessa ama definirsi “un’alchimista del XXII secolo”: Francesca Serra. Nel suo blog “The Hildegard Garden” (www.francescaserra.net) riporta un approfondito articolo sulla santa e una ricetta di unguento, da realizzare in casa come segue:

Ingredienti: sei gocce di olio essenziale  di nardo, tre di incenso, tre di rosa e due di lavanda;  due cucchiai di olio di mandorle, un cucchiaio di burro di karitè e un cucchiaio di cera d’api.

Preparazione: scaldare a bagnomaria l’olio, il burro e la cera; aggiungere gli oli essenziali, mescolare e riporre il tutto in un vasetto di vetro. Conservare al buio in un luogo fresco.

Utilizzo: Ungere polsi, cuore e tempie per lenire paure e sconforto[3].

[1] Il Nardo (Nardostachys jatamansi) è una pianta aromatica originaria dell’Himalaya appartenente alla famiglia delle valerianacee che cresce ad un’altitudine compresa tra i 3.000 ed i 5.000 metri s.l.m. Della pianta si usano le radici che emanano un odore terroso, profondo. Presso gli Ebrei il nardo veniva impiegato sia nelle fumigazioni, sia come unguento. Talvolta lo si aggiungeva alla miscela del Tempio, la presenza del Nardo ricorre più volte nel Cantico dei Cantici.

[2] A proposito di Laura Tonatto vedere https://www.essenzialmentelaura.it/it/prodotto/14471/RWDEDJQA/nardo-della-maddalena-eau-de-parfum-50-ml

[3] Come sostiene Susanne Fischer-Rizzi in  “Incensi e profumi” (ed. Tecniche nuove) l’aroma acre e misterioso del nardo ha forti effetti sul sistema neurovegetativo. Già in tempi remoti era considerato un potente sedativo ed era impiegato nel trattamento dei disturbi nervosi. Le sue proprietà calmanti e riequilibranti sono indicate in tutti i casi di tensione, ansia, stress e disturbi del sonno di origine nervosa.



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