Ben-Essere

ROSE E PAROLE PROFUMATE

La poetessa Saffo donò alla rosa l’appellativo di regina dei fiori. Nell’era cristiana fu dedicata alla Madonna e alcune preghiere ne hanno derivato il nome, come ad esempio il rosario. Questo fiore era particolarmente caro anche a Maometto. Rose e parole profumate sono rintracciabili dall’Iliade alle pagine di Borges. La rosa è un fiore che accompagna la storia della nostra cultura sul piano letterario, figurativo e del costume.

ROSA E LETTERATURA

Non mancano pagine letterarie dedicate a questo fiore, tra le tante riporto quelle emblematiche di alcuni autori

  • ll Piccolo Principe di Antoine De Saint-Exupery è l’opera da cui sono tratte alcune tra le più importanti citazioni della letteratura come quella che ha come protagonista la regina dei fiori, la rosa: “È il tempo che hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante”. Nel racconto la rosa è il simbolo dell’amore incondizionato, il fiore che lo scrittore francese utilizza per spiegare l’importanza dei rapporti affettivi e la necessità di dedicare tempo e attenzione a coloro che amiamo per creare una legame capace di crescere e durare nel tempo grazie all’impegno di entrambe le parti chiamate in causa. Le relazioni e i sentimenti vanno quindi coltivati giorno dopo giorno proprio come una pianta.
  • Rainer Maria Rilke (1875-1926), di origine boema, fu un grande viaggiatore e soprattutto uno tra i poeti e scrittori più significativi nel periodo a cavallo tra Ottocento e Novecento. Rilke dedicò alla rosa un’intera raccolta di poesie, nel 1924, mentre si trovava in Svizzera.   Non ti dà le vertigini girare tutt’intorno a te stessa sul tuo stelo per compierti, rosa rotonda? Ma quando il tuo slancio ti inonda, tu ti affondi nel tuo boccio. È un mondo che gira in tondo, così il suo calmo centro osa il riposo rotondo della rosa.
  • Jorge Luis Borges nell’ottobre del 1973, per esprimere il suo dissenso nei confronti di Perón appena tornato al potere, lo scrittore argentino abbandona l’incarico di direttore della Biblioteca Nazionale di Buenos Aires; contemporaneamente le condizioni di salute di sua madre cominciano a declinare in maniera inesorabile. A tale periodo appartengono i trentasei testi poetici radunati in La rosa profonda, sui quali pesa, non a caso, il senso della fatalità e di un destino «di brevi gioie e lunghe sofferenze».  La rosa, la rosa immarcescibile che non canto, quella che è peso e fragranza quella dell’oscuro giardino della notte fonda, quella di qualunque giardino e qualunque sera, quella che risorge dalla tenue cenere per l’arte dell’alchimia, la rosa dei persiani e di Ariosto quella che è sempre sola, quella che è la rosa delle rose, il giovane fiore platonico, l’ardente e cieca rosa che non canto, la rosa irraggiungibile.

QUALCHE SAGGIO SULLA ROSA

Non mancano parole profumate, ovvero rimandi alla rosa, dalla religione alla storia all’arte e tra i saggi sono da segnalare i seguenti:

  • Sara Piccolo Paci, Rosa sine spina. I fiori simbolo di Maria tra arte e mistica, Ancora editrice, 2014, Milano. Ave, rosa sine spina, così un inno dell’XI secolo saluta la madre di Dio.  Da secoli la poesia, l’arte e la mistica associano la figura di Maria ai fiori. Non poteva mancare la rosa. Questo saggio ci avvicina al significato mistico e teologico dei fiori, utile anche a chi si occupa di profumi o di decorazioni floreali. Un libro illustrato accompagnato dalla competenza dell’autrice, storica dell’arte, che si definisce un’antropologa della moda per la sua caratteristica di mettere in relazione ambiti di conoscenza tra i più disparati. Sara Paci Piccolo collabora con numerose istituzioni universitarie italiane e straniere, svolge attività di consulenza sulla storia del costume e sulle tecniche di sartoria storica. 
  • Claudia Gualdana, Rosa. Storia culturale di un fiore, Marietti, 2019. Dall’Iliade a Borges la rosa è un fiore che accompagna la storia della nostra cultura sul piano letterario, figurativo, favolistico e del costume. Nel mondo classico essa indica amore e morte, nell’evo cristiano viene condannata a un momentaneo oblio per poi tornare a designare il sacrificio dei martiri e a comparire sulle facciate delle cattedrali. Simbolo della Vergine Maria, entra nelle Litanie lauretane e nella pittura, diviene emblema della Passione di Cristo e tale resta fino alla Riforma di Lutero, che la adotta nel suo sigillo personale.  Dalla lirica trobadorica a Dante, dagli emblemi gentilizi all’ermetismo, il viaggio della rosa prosegue negli ultimi due secoli attraverso le poesie di grandi autori ispirate ai moderni significati del «loto dell’Occidente». 

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