Ben-Essere

IL COLORE VIOLA

Il viola è tradizionalmente associato alla spiritualità e al sacrificio. È un colore secondario ottenuto dal rosso e il blu, rappresenta pertanto la sintesi tra questi due colori: irruenza del rosso e profondità del blu. Costituisce l’elaborazione raffinata tra corpo e spirito, tra passione e armonia, amore e saggezza. E’ dunque la tonalità della congiunzione degli opposti, un colore come affermava Jung tra l’umano e il divino, rappresenta l’inizio dell’unione di due nature, la complessità del confronto e della conciliazione e soprattutto incarna la trasformazione. Il viola è associato al settimo chackra, la porta per il contatto e la comunicazione con la forza creatrice dell’universo
Il viola non va confuso  con il violetto, colore puro presente nello spettro del visibile e spesso erroneamente usato come sinonimo di viola.
Il colore viola viene associato al mistero, alla mistica, alla penitenza, all’inconscio, al segreto, alla superstizione, alla malinconia, alla morte, alla paura, alla pietà, al sogno e alla magia.
Nel Cristianesimo è legato al pentimento, all’espiazione e al raccoglimento e in
Il viola nell’antichità e fino al Medioevo si otteneva con il succo della Roccella tinctoria, un lichene diffuso soprattutto sulle coste delle Canarie. Perciò i tessuti viola divennero un apprezzato simbolo di elevata condizione sociale, così come indossare la costosa ametista, gemma dal colore viola. In latino medievale per indicare il viola si usava il termine sottonero, o seminero (subniger), infatti in passato il viola era concepito come un blu scuro prossimo al nero. Successivamente venne coniato per questo colore il termine “viola” che deriva dal fiore omonimo. Inizialmente era stato associato al mezzo lutto, a ciò che si allontana nel tempo, successivamente diventò il colore dei vescovi. 
I primi cristiani romani associavano i periodi precedenti un cambiamento, o un rinnovo, al viola, ciò traeva origine dai popoli centro-italici preromani che lo legavano a carestie e precedeva i sacrifici del “Ver Sacrum”.  
Nel Medioevo, durante i giorni della Quaresima, simboleggiata dal colore viola, venivano vietate tutte le rappresentazioni teatrali e gli spettacoli pubblici. Di conseguenza questo comportava notevoli disagi economici agli attori, e a tutte le persone che vivevano di teatro, che in tale periodo avevano difficoltà a procurarsi il cibo. Per questa ragione ancora oggi nel mondo dello spettacolo gli oggetti e gli abiti viola sono considerati di malaugurio e pertanto il più possibile da evitare.
In Oriente il viola è legato al vizio e alla malvagità, in particolare in Giappone evoca peccato e paura e perciò è vietato nei matrimoni. In Venezuela e in Turchia è associato al lutto. Il viola nel neuromarketing evoca: mistero, spiritualità, vanità, fantasia, magia, saggezza, moda, successo e lusso e per questi motivi viene usato nel settore della cosmesi, soprattutto dei profumi e della moda, nel settore ludico, in quello ecclesiastico, dell’infanzia e della comunicazione.
È consigliato l’uso del colore viola per tinteggiare le pareti degli ambienti in cui si necessita di concentrazione e solitudine, poiché sembra che aiuti a liberarsi dalle angosce e favorisca l’immergersi in sé stessi, pertanto è utile nelle stanze di scrittori o di studenti. Per lo stesso motivo è invece sconsigliabile in stanze conviviali come soggiorni, salotti e cucine.
In ambito professionale pare che sia il colore che ispiri rispetto e formalità e dunque potrebbe essere usato per studi medici e legali.

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