ArticoliSpirito

Lieve: riflessioni e suggerimenti

Tratto da un articolo di Marina Morra sul blog “Il cammino dell’anima”

Lieve come un fiocco di neve, come una carezza ad un neonato, come un bacio che appena sfiora le labbra, come un voile di seta, come una piuma. La prola lieve a me ispira tante immagini e altrettante riflessioni. Al riguardo vi propongo un brano tratto dal bellissimo articolo di Marina Morra sulla parola lieve, pubblicato l’8 luglio scorso[1] , che vi invito a leggere per intero nonchè a visitare l’interessantissimo blog: www.ilcamminodellanima.it [2] sul quale entrambe scriviamo.

Lieve perché spesso non la ricordiamo, presi come siamo dalle nostre corse ed affanni quotidiani, ma il segreto che a volte dimentichiamo è tutto racchiuso in questa parola lieve o come avverbio lievemente. Procedere lievi come la neve che si adagia sulla terra, come il filo d’erba che con resilienza si piega al vento. Lieve vuol dire delicato, facile a sopportare, un peso leggero, agevole a farsi o a comprendere, dal latino levis leggero o leniter, delicatamente, dolcemente, gentilmente, soavemente, mansuetamente, mitemente. La ritroviamo ancora nella formula latina per celebrare i defunti Sit tibi terra levis, che la terra ti sia lieve, usata nel paganesimo come epigrafe sulle tombe, che la terra non opprima con il suo peso il corpo dell’estinto sotto di essa seppellito, ripresa poi dal cristianesimo e arricchita da un valore spirituale con Requiescat in pace, una pace che accompagni la vita oltre la morte.  Lieve viene usato per una perdita leggera, per una colpa di poca entità, una innocua trasgressione, una ferita piccola, una differenza minima, un sorriso accennato, una brezza che non irrompe, un emozione che non disorienta… Lievemente è dunque la parola magica che dovrebbe governare le nostre vite ed i rapporti con gli altri, nel senso di gentilezza, di empatia nei sentimenti, di saper aspettare il tempo giusto. Se non prendiamo le cose troppo tragicamente ma lievemente, possiamo conservare una distanza che ci permette di rispettare ed essere rispettati, non cerchiamo la sopraffazione e la sfuggiamo. Lievemente ci fa ben capire come dovrebbe essere rispettata la nostra vita e ci fa sfuggire con decisione da chi vuole opprimerci ed esercitare arroganza. Lievemente fa la differenza sostanziale ed è come l’Amicizia, non giudica, sostiene, sa ascoltare, dice la verità in modo facile da sopportare. Lievemente evita le prese di posizioni frontali, scongiura gli scontri, ci fa entrare nelle vite altrui in punta di piedi, con accortezza, suscitando automaticamente un emulazione, come quando si parla a bassa voce mentre tutti gridano e gli altri automaticamente abbassano il loro tono Lievemente è un sorriso e se proprio si deve piangere, sarà con una sola una lacrima. Quando tutto diventa troppo doloroso da sopportare, troppo pesante ripetiamola come un mantra: lievemente, lievemente e lentamente ci riposiziona nella giusta distanza, ci toglie dall‘angolo in cui chissà perché ci siamo stretti e ci riporta in alto, ci fa respirare e ci riconnette con la Gioia. Come dice Rabbi Nachmam[3] (1772-1810), uno dei maestri chassidici che spesso leggo e ascolto: Le parole hanno un grande potere per risvegliare una persona spiritualmente. “

Le parole hanno sempre un grande potere evocativo ed a me è venuta la curiosità di leggere il testo del rabbino Nachman. E a voi?


[1]  Articolo di Marina Morra  link: https://www.ilcamminodellanima.it/storie-e-pensieri/rifletto-non-riflesso/lievemente-dellamore-e-dellamicizia/

[2] Il blog www.ilcamminodellanima.it è nato nel 2017 volto a favorire riflessioni e pensieri sui percorsi dell’anima

[3] Rebbi Nachman di Breslov, noto anche come Nachman di Breslav, è stato un teologo e rabbino ucraino, fondatore della dinastia rabbinica chassidica. Uno degli elementi centrali del suo insegnamento, tratto tipicamente chassidico, è l’insistenza sul bisogno di essere sempre contenti, di non lasciarsi mai abbattere, di non avere mai paura. Tra i suoi testi da non perdere: “La sedia vuota. Come trovare la speranza e la gioia”,  Gribaudi edizioni, Torino, 2000.

Lascia un commento