Cultura Enogastronomica

Vignanello: in nomen omen

Grotte scavate nel tufo e antichi cunicoli, detti connutti, che attraversano l’abitato fino a raggiungere i boschi circostanti, collegando così all’esterno il borgo rinascimentale, dotato di un imponente palazzo nobiliare arricchito nel XVII secolo da splendidi giardini. Un territorio che custodisce opere rupestri e memorie di civiltà antiche questa in estrema sintesi la descrizione di quella porzione di Tuscia viterbese che si spinge dal Monte Cimino verso il Tevere, caratterizzata da dolci colline dove abbondano ulivi, noccioli e viti. Ecco dove sorge Vignanello, un luogo in cui la viticoltura affonda le radici nell’antichità, come attesta il ritrovamento, nella necropoli del Molesino, di uno stamnos, cioè un vaso falisco panciuto a due manici che serviva per portare il vino a tavola, caratterizzato da figure rosse con rappresentazioni di  Dioniso e di suo figlio Oinopion risalente al IV secolo a.C.

LA PRODUZIONE VITIVINICOLA

La produzione vitivinicola del territorio permane in epoca romana, ed anche successivamente la viticoltura non perde la sua continuità con il passato e mantiene, sempre, in questo territorio un ruolo importante, come testimoniano i documenti e gli statuti conservati presso gli archivi. 

Nel XVI secolo erano oltre 300 gli ettari vitati che consentivano una produzione tale da poter essere venduta su Roma, utilizzando la via Cassia o quella fluviale. La diffusione della vite in questo luogo era tale che il nome originario Iulianellum si trasformò in Vignanello. La coltivazione della vite registrò ulteriori ampliamenti sotto lo Stato Pontificio e come mostra l’iconografia locale l’uva è sempre presente: grappoli compaiono nelle decorazioni della Chiesa Collegiata Santa Maria della Presentazione, nello stemma del Comune e in quello della famiglia Ruspoli.

Stemma del Comune di Vignanello

Vignanello, il palazzo Ruspoli ed il Principe Alessandro video clip di Fernando Testa https://www.facebook.com/reel/843654966781118?s=chYV2B&fs=e

Del vino di Vignanello ne  hanno parlato scrittori e poeti come Giuseppe Gioacchino Belli, poeta romanesco, che in un sonetto dal titolo Er vino è sempre vino, Lutgarda così lo descrive “...E’ bbono asciutto, dorce, tonnarello, solo o ccor pane in zuppa, e, sincero, te se confà a lo stommico e ar ciarvello. E’ bbono bianco, è bbono rosso e nnero; de Genzano, d’Orvieti e Vvignanello…”. Hans Barth, giornalista tedesco, corrispondente a Roma per una testata berlinese, nell’opera Osteria – Guida spirituale delle osterie italiane da Verona a Capri (1909) definisce il vino di Vignanello come divino Vignanello deliziosissimo e genio amabile.

Testimonianza della produzione vitivinicola locale compare in un manifesto pubblicitario del 1913 il soggetto è la Cantina sociale e distilleria cooperativa di Vignanello, prima realtà produttiva creata nel 1903, che tra i prodotti pubblicizzati propone il Greco di Vignanello, definito vino di lusso per signora per evidenziarne la particolare finezza e dolcezza. L’attività vitivinicola è molto sentita e la prima edizione della Festa del Vino risale al 1937 ed ancor oggi è un appuntamento irrinunciabile.

CANTINA COLLI CIMINI

Custode dell’attività vitivinicola sul territorio, da oltre cinquant’anni, è la Viticoltori dei Colli Cimini una realtà produttiva cooperativa, costituita da circa 230 soci, che ha cercato di dare visibilità alla produzione locale ed ha introdotto tecniche di lotta guidata ed integrata in vigna. L’attuale produzione contempla l’indicazione geografica tipica “Colli Cimini”, a partire dal 1989, e la DOC Vignanello, sin dal 1992, ed offre una vasta gamma di rossi e di bianchi, tra i quali spiccano il Greco, il rosso Molesino, lo spumante extra dry Principe Alessandro e il passito Corusco. Alcuni vini nel corso degli anni hanno ricevuto premi prestigiosi tra cui il Premio Douja d’Or 2018, quello del Concorso Enologico Vini Doc e Docg della CCIAA di Asti, di Milano Wine Week 2022, riconoscimenti a Vinitaly, Autochtona Award 2021, Premio Qualità Italia 2022 , presenza anche nell’ultima edizione della guida Bibenda ( 4 grappoli Corusco 2019, passito dolce Colli Cimini IGT; Rulliano 2015, Rosso Riserva Vignanello DOC e 3 grappoli Molesino 2018, rosso Colli Cimini IGT) e il riconoscimento I Pezzi da 90 dell’Enologia Italiana (**) voluto da EPULAE (*) Accademia Enogastronomica Internazionale, premio ideato e curato dal presidente nazionale Angelo Concas, il quale si avvale della preziosa collaborazione della commissione esperti degustatori di Epulae.  I vini per poter essere premiati  come Pezzi da 90 devono raggiungere il punteggio minimo di 92/100, questo permette di ottenere qualora si raggiungano valori da 92 a 94.9/100 il Diploma di Anfora d’Argento; da 95 a 97.9/100 il Diploma Anfora d’Oro e da 98 a 100/100 il diploma di Anfora di Platino.

–  Il Greco di Vignanello è ottenuto dal vitigno omonimo, un particolare clone presente solo nel territorio, si tratta di un vino di colore giallo paglierino, all’olfatto è di particolare intensità con riconoscimenti fruttati, alla gustativa presenta una decisa freschezza ed una spiccata mineralità e persistenza.

( Greco video clip di Fernando Testa https://www.facebook.com/reel/1049762205686428?s=chYV2B&fs=e )

– Il Principe Alessandro, spumante extra dry, gradazione alcolica: 12 % , uvaggio: Riesling italico . Vinificato con metodo Charmat, presenta un colore giallo paglierino con perlage lungo e persistente; profumo fine e fruttato, gusto fresco e amabile. Perfetto per aperitivi e antipasti, accompagna egregiamente a verdure, risotti, piatti e formaggi delicati. Dedicato al principe Alessandro Ruspoli (detto Dado) proprietario del castello di Vignanello, eccentrico “ambasciatore” del territorio e soprattutto uno dei personaggi che ha ispirato la Dolce Vita.

Molesino 2019, Colli Cimini Rosso I.G.T. gradazione alcolica: 14,00 % vol., uvaggio: Merlot 75% e Petit Verdot 15%. Rosso rubino, odore intenso, gradevole con note fruttate, buona acidità e tannini morbidi lo rendono caldo, rotondo e persistente. Ben si abbina ad arrosti, carni rosse e formaggi stagionati.

( Molesino video clip di Fernando Testa https://www.facebook.com/reel/6092074010849475/?s=single_unit )

Corusco, passito dolce Colli Cimini IGT, gradazione alcolica: 13,50 % , uvaggio: Malvasia Bianca di Candia.
Giallo dorato, intenso, profumi ampi e persistenti, frutta matura e miele. Dolce ed elegante, ottimo da meditazione o in abbinamento ad erborinati piccanti o dolci a base di pasta di mandorle.

Video clip di Fernando Testa sul Passito “Corusco” https://www.facebook.com/reel/620644066262343?s=chYV2B&fs=e

Viticoltori dei Colli Cimini: www.collicimini.it info@collicimini.it

(*) Associazione nata nel 2006 che si propone la formazione e la promozione della cultura enogastronomica (Associazione Riconosciuta Giuridicamente nel 2009 con ex decreto del Presidente della Repubblica Italiana n° 361/2000) https://epulaenews.it/

(**) Riconoscimento “I pezzi da 90dell’enologia italiana” https://epulaenews.it/i-pezzi-da-90-dellenologia-italiana-di-epulae-vini-distillati-e-i-loro-protagonisti/

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