Tradizioni

Alloro: da pianta sacra ad Albero della Befana

L’alloro il cui nome botanico è Laurus nobilis è una pianta conosciuta sin dall’antichità che fa parte della famiglia delle Lauraceae, originaria dell’Asia Minore diffusasi poi in Europa e soprattutto nelle regioni mediterranee. Da non confondere con il Lauroceraso, che contiene l’acido cianidrico,  utilizzato soprattutto come pianta ornamentale ma tossico.

 

L’alloro era particolarmente noto in Grecia perché considerata la pianta sacra ad Apollo.  Si racconta che il dio, innamoratosi della ninfa Dafne, volesse tentare di sedurla e lei nel tentativo di sfuggire alle attenzioni, non corrisposte, del dio chiese alla madre Gea di trasformarla in una pianta di alloro. Dopo aver scoperto l’accaduto, Apollo, ormai impotente di fronte alla scelta della ragazza, decise di onorarla rendendo la pianta sacra e sempreverde. I sacerdoti di Delfi, sede dell’oracolo di Apollo, utilizzavano proprio le foglie di tale pianta per stabilire la comunicazione con gli dei. Non è un caso che l’alloro fosse la pianta sacra anche a suo figlio, Asclepio, dio della medicina. Per questo motivo e per molti secoli le foglie della pianta furono utilizzate come rimedio per numerose malattie.

Anche presso gli Etruschi, i Celti e nell’antica Roma l’alloro vanta una lunga tradizione. Esso rappresentava la vittoria, la gloria e il trionfo. Presso i Romani era la pianta con cui s’intrecciavano le corone da donare ai generali e ai comandanti vittoriosi, ma anche quella usata per celebrare i sommi poeti. Non a caso, ancora oggi, la corona di alloro è rimasta come simbolo ed emblema di chi si laurea, parola che richiama appunto il termine laurus. Chi consegue la laurea, infatti, è come se raggiungesse un grande traguardo pari a una vittoria, ovvero quella della conclusione del percorso di studi. L’alloro, infatti, simboleggia proprio la saggezza e le qualità intellettive superiori.

I miti e le leggende legati all’alloro non si fermano all’epoca antica ma arrivano fino a tempi più recenti. La tradizione popolare consiglia di mettere alcune foglie di alloro sotto il cuscino per poter vedere in sogno le cose che si realizzeranno nel futuro. Secondo molte credenze popolari, l’alloro è dotato anche di proprietà magiche: un tempo si pensava che la sua sola presenza in casa scacciasse gli spiriti maligni e rompesse ogni incantesimo. Legato a questa tradizione è l’uso di appendere fronde di alloro all’interno delle case per purificare gli ambienti.

E’ forse legato a questa nomea che ancor oggi si assiste a Vignanello, un piccolo ed antico borgo in provincia di Viterbo, al rito dell’Albero della Befana. La vigilia dell’Epifania gli adulti si recano nei boschi a raccogliere delle fronde di alloro per realizzare, nella tarda serata, un albero, appoggiandolo in un vaso, decorato con dolciumi, frutta secca, agrumi e piccoli regali che i bambini vedranno l’indomani al risveglio insieme ai giocattoli portati dalla Befana. Questa vecchia tradizione raccontatami da alcuni amici vignanellesi è ancor oggi molto sentita e così nonni, genitori e zii allestiscono il tutto per il piacere di mantenere viva una tradizione che ha segnato la loro infanzia. Tale utilizzo appare simile a quanto accade in Liguria ma non sembra trovare nei comuni della Tuscia o nelle regioni limitrofe alcuna analogia.

L’alloro costituisce, inoltre, uno dei rimedi naturali migliori quando si hanno problemi legati alla digestione e all’intestino. Infatti, una tisana o un infuso a base delle sue foglie si rivela efficace nel caso di mal di stomaco, intossicazione alimentare, dolori intestinali e mestruali. Quest’azione benefica è resa possibile dall’acido laurico, capace di contrastare virus e batteri. Alcuni principi attivi dell’alloro si sono rivelati utili nel trattamento dei sintomi influenzali che colpiscono le vie respiratorie. Infatti, questa pianta possiede proprietà espettoranti e diaforetiche che vanno ad agire nel caso di congestioni nasali, catarro, raffreddore, bronchite, febbre e tosse. Il miglior modo per assumere tutti questi benefici contenuti nelle foglie d’alloro è attraverso una bevanda calda, soprattutto un infuso. L’alloro è inoltre un autentico toccasana rivitalizzante nell’acqua del bagno ed un ottimo repellente per gli insetti.

La pianta dal punto di vista gastronomico si associa con successo, sia in foglie sia in drupe mature, alle carni bianche e rosse, alla selvaggina e alle frattaglie, come ad esempio i fegatini di maiale nella rete o negli spiedini di anguilla. Come dimenticare poi il delizioso “liquore all’alloro”, preparato con alcol buongusto a 90°, acqua, zucchero e foglie di alloro fresco o il rinfrancante infuso all’alloro.

RICETTA: Infuso all’alloro

Ingredienti: 4 foglie di alloro (fresche o secche), una tazza di acqua calda, un paio di scorze di limone ed un cucchiaino di miele.

Preparazione: portare a ebollizione l’acqua, mettere in infusione le foglie di alloro per circa 10-15 minuti. Poi filtrare l’infuso e lasciarlo raffreddare.

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