Il giardino delle AmadriadiTradizioni

Il vischio: la pianta sospesa tra cielo e terra

Il mio ricordo più bello relativo al vischio non è legato alle festività natalizie bensì all’averlo scoperto nel bosco. Fu nell’inverno di qualche anno fa che  me lo fecero scoprire sugli alberi del bosco antistante la Certosa di Trisulti. Uno strano intreccio che emergeva dai rami nudi come una sfera verde sospesa tra cielo e terra. Tanti alberi avevano formazioni tondeggianti, simili a palle, che sembravano fatte apposta per adornare quegli imponenti alberi spogli.  Fu una visione che mi colpì particolarmente, riempiendomi di grande stupore. Stupore che provo ogni volta che riesco a individuarlo su di un albero e subito lo indico e lo condivido con chi in quel momento mi è vicino.  Lo stupore contagia tutti e questo mi rende molto soddisfatta nel saperlo, e nel farlo, riconoscere. Una pianta non terrena, nel senso che non prende nutrimento direttamente dalla terra bensì dal tronco della pianta che la ospita, insomma una pianta parassita ma che, a differenza di quanto comunemente si crede, non danneggia l’albero ospitante.

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è vischio-sullalbero.jpg

Il vischio, il cui nome scientifico è Viscum album, appartiene alla famiglia delle Loranthaceae (o Viscacee), è un arbusto perenne dalla forma complessivamente globosa; è semiparassita di molti alberi, in modo particolare pioppi, tigli, querce, frassini, meli e peri. Caratterizzato da fusti legnosi contorti, foglie sempreverdi oblunghe e lanceolate, fiori gialli, poco appariscenti, e frutti, cioè le bacche, dalla forma sferica simili a perle. Tutte le parti della pianta sono tossiche, tuttavia ne sono immuni i merli, le capinere e i tordi che si nutrono delle bacche e contribuiscono alla loro disseminazione. Le bacche sono ricche di una sostanza appiccicosa, chiamata viscina, che veniva bollita ed utilizzata per preparare la pania, una sostanza collosa da spalmare su bastoncini di legno per creare trappole per catturare piccoli uccelli, formiche e topolini. Proprio da questa capacità di trasformarsi in colla derivano molti detti comuni come ad esempio: vischiosa per riferirsi ad una sostanza che appiccica ma anche ad una caratteristica di una persona particolarmente tediosa. Stessa origine il modo di dire rimanere invischiati quando non è gradevole ritrovarsi, nostro malgrado, coinvolti in brutte o sgradevoli situazioni.

Al vischio si attribuivano proprietà medicinali fin dai tempi di Ippocrate e di Plinio, anche i Druidi usavano il vischio per ottenere infusi e pozioni medicamentose, al fine di combattere malattie ed epidemie, addirittura il vischio era conosciuto come la pianta in grado di guarire da qualunque malattia. In auge durante il Medioevo e il Rinascimento, nel 1600 fu utilizzato nella medicina popolare per curare l’epilessia ed altri disturbi del sistema nervoso. Dalla seconda metà dell’Ottocento fu impiegato nel trattamento dell’ipertensione ed ancora oggi si usano fitopreparati come rimedi  soprattutto per problematiche legate al cuore e alla circolazione, sono oggetto di studio i suoi effetti sul sistema immunitario e per combattere le cellule tumorali. Il vischio è particolarmente usato in medicina antroposofica.

Dal punto di vista simbolico il vischio costituisce il ramo sacro utilizzato da Enea per il suo viaggio nell’Aldilà e come dichiarava il letterato romano Plinio la pianta era sacra per i Druidi, che lo consideravano pianta magica e guaritrice per eccellenza, simbolo della vittoria della vita sulla morte. Affascinati dalla sua vita completamente aerea, si credeva che il vischio fosse l’emanazione della divinità sulla terra, panacea per tutti i mali. Secondo una leggenda nordica il vischio teneva lontane disgrazie e malattie e per tale motivo continua ancor oggi, in molti paesi, a essere considerato simbolo di buon augurio durante il periodo natalizio.

La tradizione britannica vuole che baciarsi, la notte di Capodanno, sotto al vischio protegga l’amore e gli innamorati. Il motivo risiede nella leggenda che vede protagonista Frigg, sposa del dio Odino, protettrice degli innamorati. La dea aveva due figli Baldur, dio della luce e del sole, e Loki, dio del disordine,quest’ultimo invidioso del primo tanto dal volerlo morto. Frigg cercò di proteggere il primo figlio chiedendo aiuto ai quattro elementi (terra, aria, acqua e fuoco), agli animali, agli esseri umani e alle piante, ma dimenticò il vischio. Fu così che Loki intrecciando un ramo di vischio riuscì ad uccidere Balder. Le lacrime di Frigg, a contatto con il ramo di vischio, divennero bacche color perla e nello stesso istante Baldur riprese vita. Da allora si racconta che Frigg ringrazi chiunque passi sotto un albero di vischio, con un bacio, segno dell’amore che è in grado di sconfiggere la morte. Ecco perché baciarsi sotto il vischio è segno di vero amore e di buon auspicio.

Lascia un commento