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Storie gastronomiche: Messisbugo

 

Vita

Cristoforo Messisbugo probabilmente originario di una famiglia delle Fiandre nacque nel XVI secolo. Di lui si hanno pochissime notizie ma con certezza dal 1524 al 1548 operò a Ferrara  presso la corte estense con il ruolo di  scalco.  Gli scalchi non erano solamente dei cuochi, o coloro che approntavano i banchetti, ma  veri e propri amministratori degli uomini di corte. Messisbugo fu, tra l’altro, uomo di fiducia di Alfonso I,  a partire dal 1515, e del successore Ercole II.

La sua fama fu tale che a un certo punto l’imperatore Carlo V, giunto a Bologna, lo nominò Conte Palatino. Come maestro di cerimonie, organizzatore di feste e banchetti di corte da Ferrara venne chiamato a Mantova, alla corte dei Gonzaga, dalla duchessa Isabella d’Este.

Opere

Fu, inoltre, autore di un libro di ricette, pubblicato nel 1549 un anno dopo la sua morte, intitolato Banchetti composizione di vivande e apparecchio generale  che costituisce ancor oggi un vero e proprio trattato del costume dell’epoca, una pietra miliare nella storia della gastronomia europea del Rinascimento. La materia illustrata nel trattato è suddivisa in tre parti fondamentali: un discorso introduttivo “Memoriale per fare un apparecchio generale”; un catalogo di dieci cene, tre desinari e un festino, descritti in tutte le loro fasi con relative liste di bevande; una raccolta di trecentoquindici ricette.  Non mancano creazioni  personali fantasiose e ingredienti esotici,  nonché tutte le notizie relative  alla necessaria logistica per il successo dei convivi, dai suggerimenti sull’arredamento al corretto utilizzo degli utensili da cucina.

 

Banchetti 

I banchetti  rinascimentali generalmente avevano inizio verso le 9 di sera  per terminare alle 5 di mattina, ma in particolari occasioni si poteva anche capovolgerne l’andamento iniziando la mattina, interrompendo verso sera con la rappresentazione di un’opera teatrale, per poi riprendere sino a notte fonda. In qualche caso il banchetto  aveva come preludio l’opera teatrale e ogni tanto si interrompeva per un ballo, per tornei o giochi vari. Il famoso il convito preparato da Messisbugo a Ferrara nel 1529 a per Isabella d’Este, e per i suoi 104 invitati, ebbe così inizio: “Al suono delle trombe gli invitati entrarono nella sala del banchetto e, dopo i lavacri con acqua profumata, presero posto alla mensa. Ebbe inizio la cena vera e propria…per ogni vivanda cambiava il genere di intrattenimento, musiche con vari strumenti, canti solisti, dialoghi a più voci accompagnati dal flauto, dalla viola e dal trombone…”.

Alcuni piatti dell’epoca

Ecco la lista di alcuni dei piatti presenti nelle numerose portate di un banchetto: involtini di polpa di cappone fritti e ricoperti di zucchero; quaglie, polpette e fegati di cappone arrostiti; anguille in pasta reale; polpettoni ripieni accompagnati da salsicce bianche in padella; animelle di vitello fritte e spolverate di zucchero e cannella; code e zampe di gamberoni fritte con aceto sopra; pasticci d’uova di trota; pastine di mandorle alla napoletana; conigli, tortore e capponi ripieni alla lombarda; piccioni casalinghi ripieni con cedri tagliati; lucci al sale ricoperti di salsa gialla; sarde fritte con arance e zucchero; pasticci di pasta reale ripieni di riso alla turca, fritti e ricoperti di zucchero; pasticcini di pasta reale ripieni di uova, formaggio e zucchero; salsa di pavone; carponi all’aceto;  finocchi in aceto; olive di Spagna; uova fresche, pere e mele; formaggio parmigiano; cardi con pere e sale; cialdoni; albume d’uovo sbattuto in coppe.

Da provare per i lettori di oggi: Ricetta delle frittelle

Vi riporto dal ricettario di Cristoforo Messisbugo la ricetta per la preparazione delle frittelle, note come frittole, divenute poi dolci tipici di questo periodo di Carnevale.                                                             Ingredienti: 2 kg di mele, 500 g farina, 180 g zucchero,120 g di uva passa, 100 g di cedro candito, 50 g pinoli, un bicchiere di vino bianco, tre cucchiai di olio extra vergine di oliva più quello che occorre per friggere e un pizzico di zafferano in stimmi. Preparazione: sbucciare le mele, privarle del torsolo ed affettarle mantenendo uno spessore inferiore al mezzo centimetro. Preparare la pastella preparata con farina, zucchero, vino, uva passa, pinoli e tre cucchiai di olio. Amalgamare e aggiungere il cedro candito a pezzetti, la cannella e lo zafferano. Immergere le fette di mele nella pastella e con un cucchiaio versare il composto nell’olio bollente e friggere.

Ricetta tratta da Sandra Ianni, Alla corte di donna Isabella de’ Medici Orsini. Racconti e ricette, 2018  

( https://www.youcanprint.it/cucina-saggi/alla-corte-di-donna-isabella-de-medici-orsini-racconti-e-ricette-9788827844687.html)

 

 

 

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